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L'influenza aviaria europea sembra colmare un divario continentale
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Oggi l'intelligenza artificiale (AI) è ampiamente considerata come uno dei principali motori della crescita futura, della competitività e della creazione di posti di lavoro, aumentando la produttività e l'efficienza e riducendo i costi
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Nonostante gli ampi benefici potenziali dell'IA, tuttavia, molti temono che l'Europa stia perdendo nella corsa allo sviluppo dell'IA, dato che sia gli Stati Uniti che la Cina versano ingenti somme per finanziare la ricerca e l'avviamento.
Secondo un recente rapporto della PwC, la Cina vedrà il suo PIL totale incrementato di oltre il 26% grazie all'implementazione dell'IA entro il 2030. L'Europa, al contrario, si prevede che il suo PIL aumenterà di meno del 10%.
Mentre gli Stati Uniti e la Cina possono sfruttare le loro industrie digitali, la ricerca e i capitali altamente sviluppati e consolidati, il panorama europeo rimane frammentato, con paesi diversi che possiedono punti di forza e debolezze molto diverse in termini di abilitatori dell'intelligenza artificiale.
Secondo una recente ricerca incentrata sull'intelligenza artificiale di McKinsey, l'Irlanda è in testa all'indice europeo per le connessioni TIC, il Regno Unito per l'innovazione e la Finlandia per il capitale umano. Quest'ultimo ha anche lanciato un corso gratuito Elements of AI per insegnare le basi dell'IA all'1% della sua popolazione.
Spiega Jacques Bughin, direttore del McKinsey Global Institute:
In Europa esiste un chiaro divario nella preparazione all'influenza aviaria. A differenza dei paesi del nord, l'Europa meridionale e orientale ha tassi di adozione e competenze di gran lunga inferiori e una percentuale molto inferiore di start-up innovative
Anche gli attuali investimenti europei in AI non sono paragonabili a quelli degli Stati Uniti e della Cina. Mentre aziende leader in Europa come ABB, Bosch, BMW e Siemens stanno investendo in AI, McKinsey stima che gli investimenti esterni di IA in Europa sono stati di appena 3-4 miliardi di dollari nel 2016, rispetto agli 8-12 miliardi di dollari in Asia e 15-23 miliardi di dollari in Nord America.
Tutti per uno
Nel dicembre 2018, con la crescente preoccupazione che l'Europa si allontanava sempre più dalla Cina e dagli Stati Uniti in termini di diffusione dell'IA, la Commissione europea (CE) ha lanciato la sua strategia UE sull'IA. Nel tentativo di garantire parità di condizioni di concorrenza, questo piano coordinato e paneuropeo lavorerà per garantire "complementarità e sinergie", con circa 20 miliardi di euro destinati a rafforzare la capacità tecnologica e industriale europea e l'adozione dell'intelligenza artificiale. Fornisce anche un quadro strategico per le strategie nazionali di IA (solo Germania, Finlandia, Francia, Francia, Svezia e Regno Unito hanno attualmente tali strategie).
Gli esperti e i professionisti del settore sono divisi sull'efficacia potenziale della nuova offerta della CE.
"La direzione generale è quella giusta", dice un portavoce anonimo della ZVEI (l'associazione tedesca dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche), che ha recentemente pubblicato raccomandazioni per lo sviluppo di un'IA industriale "umanocentrica" in Europa. "Ma l'UE dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla creazione di un'economia dei dati industriali e di una piattaforma economica in cui l'IA è un elemento chiave
Holger H. Hoos è professore di Apprendimento delle macchine presso l'Università di Leiden nei Paesi Bassi e co-fondatore di CLAIRE, un'iniziativa europea di base su larga scala che lavora per rafforzare l'eccellenza europea in materia di IA. Egli ritiene che alla strategia manchi il tipo di visione coraggiosa di cui l'Europa ha bisogno per mantenere i suoi punti di forza nell'AI.
Dobbiamo garantire che la ricerca, l'innovazione, il pool di talenti e i valori europei in materia di intelligenza artificiale svolgano un ruolo nella creazione del mondo di domani. È per questo motivo che l'iniziativa CLAIRE cerca di integrare l'approccio centralizzato della CE con sforzi dal basso verso l'alto, guidati da esperti europei di IA e dalle parti interessate.
Prendere il comando
Vi è un consenso generale sul fatto che una strategia dell'UE sull'influenza aviaria è essenziale non solo per guidare lo sviluppo, ma anche per definire i confini entro i quali tale sviluppo si verifica. Nonostante il ritardo nella corsa alla supremazia tecnologica, l'Europa è ancora percepita come leader nel dibattito globale sull'etica e la governance dell'intelligenza artificiale.
L'Europa avrà presto un proprio codice di condotta in materia di IA. Ciò comprenderà probabilmente misure per la progettazione e lo sviluppo di sistemi che aumenteranno il benessere umano, riflettendo un approccio umano-centrico all'influenza aviaria.
Holger Hoos ritiene che la legislazione europea in materia di IA debba trovare il giusto equilibrio, affermando l'Europa come leader mondiale nell'IA "affidabile", incoraggiando al tempo stesso la crescita e l'innovazione.
Il giusto tipo di regolamentazione - quella che garantisce che l'IA vada effettivamente a beneficio dell'industria e della società - può davvero aiutarci a definire la grande spinta dell'IA in Europa. Credo che l'attuale attenzione per l'influenza aviaria incentrata sull'uomo sia un'ottima direzione in cui l'Europa si sta muovendo.