#News
LA PALLETTIZZAZIONE ROBOTIZZATA A SUPPORTO DEL SETTORE ALIMENTARE
Un’idea affascinante, una scommessa davvero forte, che è stata affrontata con l’utilizzo massiccio della tecnologia e dell’automazione industriale firmata Comau
Oggi Ghigi ha sede nel Comune di San Clemente, un nuovo sito produttivo che si estende per circa 100mila metri quadrati a cui si aggiunge una notevole potenzialità per gli spazi coperti e scoperti utilizzabili ed anche, principalmente, per la posizione geografica strategica per le attività industriali e di servizio.
Ghigi ha, dunque, un forte grado di automazione industriale (quasi ogni attività è automatizzata anche grazie a Tiber Pack, system integrator che ha integrato i robot Comau e ha installato e avviato le impacchettatrici) presente in azienda e ha scelto Comau per la parte di fine linea.
«L’automazione è l’unica modalità per essere davvero concorrenziali in questo mercato, l’unica risposta che ci consente, sempre, di garantire un prodotto di qualità, e Comau è la nostra scelta perchè è migliore dei suoi concorrenti e ha un vantaggio ulteriore: è italiana. Noi, come Comau, siamo italiani, crediamo in questo Paese nonostante la difficoltà, investiamo, creiamo valore e innovazione in questo Paese e per questo Paese». Queste le parole dell’azienda, che suonano da manifesto e monito per l’attività imprenditoriale targata Ghigi. «La nostra linea automatizzata, al termine, ha 4 robot pallettizzatori Comau. La scelta di Comau, al di là dell’italianità dell’azienda, è dovuta alle ottime referenze che ha in termini di affidabilità e precisione».
Ghigi, infatti, è un’azienda che ha nella capacità produttiva fin oltre i 750mila quintali di pasta secca l’anno e ciò significa aver bisogno di una tecnologia che non tradisce mai, in grado di compiere cicli su cicli senza fermarsi e senza sbavature. «Esattamente quanto accade con la tecnologia Comau che è affidabile ed è in grado di soddisfare, con la ripetibilità congenita nella tecnologia robotizzata, la richiesta di precisione e di standard elevati, ovvero quanto è necessario per produrre con continuità e qualità».
Ghigi, infatti, esporta al 90% il proprio prodotto che, per mantenere una qualità costante anche nel trasporto a destinazione, deve essere manipolato con cura e posizionato in maniera impeccabile quando viene pallettizzato. «I nostri imballaggi – sottolinea il responsabile produzione – si modificano in funzione della pasta che devono contenere – lunga, corta, di diverso peso – del tipo di scatola che usiamo (alcuni imballaggi speciali riducono l’uso di cartone e hanno forme particolari) e anche in funzione del Paese in cui spediamo la merce». Vietato sbagliare a gestire pallettizzazione e imballaggio, quindi. «Tutte queste variabili fanno sì che il robot a fine linea debba essere in grado di movimentare scatole diverse, in posizioni diverse, di peso diverse e con sensibilità diversa in funzione delle prese da effettuare, che tengano conto dell’imballaggio e del suo contenuto. Queste variabili sono gestite egregiamente dai robot Comau che abbiamo in dotazione che è in grado di assorbire, in termini di capacità e sensibilità, le imprecisioni che derivano dalla trafilatura che, dopo anni, può alle volte produrre paste di pesi e dimensioni lievemente diverse rispetto allo standard. La pallettizzazione è, infati, dedicata al tipo di ricetta in corso di preparazione».
Precisione e affidabilità non sono le uniche variabili che interessano a Ghigi. «E’ vero – continua il responsabile produzione - a noi interessa la flessibilità data dalla robotica e la velocità. Avendo produzioni sufficientemente grandi e diversificate, dobbiamo modificare rapidamente le attività da svolgere a fine linea. In questo la robotica Comau ci soddisfa, ed è un tipo di automazione fondamentale per la nostra produzione, per velocità e flessibilità, anche considerando la situazione da cui siamo partiti: il magazzino era pre-esistente e noi avviamo dovuto customizzare la produzione, e il fine linea, su questo punto di partenza. La tecnologia Comau ha soddisfatto questa esigenza».
Visitando lo stabilimento di San Clemente e ascoltando le parole dei dirigenti Ghigi si percepisce davvero la possibilità di fare prodotti di qualità, 100% italiani, utilizzando a fondo automazione, tecnologia e innovazione. Di più, l’uso dell’automazione è considerato quasi imprescindibile per rispondere a un altro obiettivo che Pastificio Ghigi si è posto: la soddisfazione degli operatori impiegati nei reparti e quella dei fornitori di materia prima. «L’automazione robotizzata – sostiene l’azienda – oltre a consentirci standard di qualità molto elevati e continui nel tempo, ci ha permesso di dare una formazione di altissimo livello agli operatori che lavorano da noi. Le persone nel nostro stabilimento non sono semplici operai, ma sono in grado di condurre linee automatizzate e robotizzate e hanno visto le loro competenze crescere continuamente nel tempo». Non solo, l’automazione consente di dare qualcosa in più anche ai produttori di materia prima, i cooperanti del Consorzio. «Proprio così, la velocità di produzione, l’aumento di produttività, resa, efficienza nelle diverse fasi, la riduzione dei costi relativi agli scarti, la qualità dei nostri prodotti, garantita a partire dai sofisticati controlli in entrata, ci consentono di contrarre notevolmente i costi di produzione e quindi di poter pagare meglio la materia prima. Ghigi, così, spalma anche a monte il valore che il proprio stabilimento è in grado di generare».
Ghigi continuerà ad investire in qualità e automazione, quindi? «Senza dubbio – è la risposta dell’azienda romagnola – come dimostra la recente aggiunta del quarto pallettizzatore dopo l’installazione e avviamento dei primi tre».